Ha tanti aspetti affascinanti, senza dubbio.
Forse è l'insieme di tutti ad aver colpito il grande Michael Jackson e ad averlo spinto ad inserire questa Samuel Smith's Taddy Porter nella sua personalissima "top 5" delle migliori birre al mondo.
Questa porter segna 5%, ma risulta sicuramente beverina, e lo è molto.
La schiuma è bella persistente, merletti sul bicchiere non eccelsi ma sicuramente è molto profumata. Sembra al naso una caramella al caffè, mi ha fatto sentire un bimbo alla prima sniffata.
Il gusto si dimostra semplice ma parla di classicità, di tradizione, di saggezza.
Luppoli praticamente inavvertibili come da scuola inglese, molto gentili i tostati e copro di spessore medio, forse anche un po' meno.
Tutto finalizzato ad un bere scanzonato, senza distrazioni.
Le note di cacao, di caramello, di toffee si sentono, certo. Però c'è molto di caffè macinato, di residui di caffettiera, ad essere proprio precisi.
Non è una birra disneyland, e questo potrebbe farne quasi una birra noiosa. Brewdog e seguaci credo la lascierebbero in bicchiere.
Ma questa è LA porter.
Placida, distendente, calda e rassicurante.
Un altro bel bere è la Old Brewery Pale Ale, come tutte le altre ancora fermentata nelle grandi vasche in calcare del birrificio di Tadcaster.
Colore schiuma avorio, naso più intenso del previsto, che preannuncia base maltata evidente.
Rimandi a cuoio.
In bocca il dolciastro dura molto poco, c'è un po' di spazio per l'amaro ma scorre via senza farsi corteggiare.
Semplice ed immediata, parla a gesti e si fa capire perfettamente.
La bocca resta piacevolmente rilassata senza stress gustativi. E' una birra fatta non per sorprendere ma per accontentare.
Personalmente apprezzo l'impronta sobria di luppoli inglesi in queste birre.
Non c'è solo malto al gusto, anche qualcosa di aromatico e persistente, che forse si riassume in un tono vicino all'alloro. Caramellosità accennata ed una nota quasi incensosa e sgrassante.
Sincerità e tradizione, 5% alc.
Per fare tris decido di aprire la Nut Brown Ale.
Dal colore ramo e riflessi mogano, la servo abbastanza fresca. Mi pervade una sensazione astringente, faccio quasi fatica con questo impatto metallico. Tornando a temperatura più alta, avverto nocciola e caramello in evidenza al naso ed in bocca, ma non appare affatto dolce. Una luppolatura scrupolosa maschera tutte le note più dolci e regala sensazioni più nocciolate e tostate.
Un sapore antico anche questo, quasi mandorlato. Secco il finale ed amaro sul palato.
A fine bottiglia è davvero tutta un'altra birra, se l'ho pensato tante volte non è mai stato più vero di questa.
Sempre 5%alc come le precedenti, e rimpiango di non aver avuto la felice idea di gustarmela con un succulento barbecue.
Queste sono le birre inglesi che dovremmo desiderare di conoscere. Tutto il resto lo porterà via il vento.
O la rete fognaria.
Cheers!
Forse è l'insieme di tutti ad aver colpito il grande Michael Jackson e ad averlo spinto ad inserire questa Samuel Smith's Taddy Porter nella sua personalissima "top 5" delle migliori birre al mondo.
Questa porter segna 5%, ma risulta sicuramente beverina, e lo è molto.
La schiuma è bella persistente, merletti sul bicchiere non eccelsi ma sicuramente è molto profumata. Sembra al naso una caramella al caffè, mi ha fatto sentire un bimbo alla prima sniffata.
Il gusto si dimostra semplice ma parla di classicità, di tradizione, di saggezza.
Luppoli praticamente inavvertibili come da scuola inglese, molto gentili i tostati e copro di spessore medio, forse anche un po' meno.
Tutto finalizzato ad un bere scanzonato, senza distrazioni.
Le note di cacao, di caramello, di toffee si sentono, certo. Però c'è molto di caffè macinato, di residui di caffettiera, ad essere proprio precisi.
Non è una birra disneyland, e questo potrebbe farne quasi una birra noiosa. Brewdog e seguaci credo la lascierebbero in bicchiere.
Ma questa è LA porter.
Placida, distendente, calda e rassicurante.
Un altro bel bere è la Old Brewery Pale Ale, come tutte le altre ancora fermentata nelle grandi vasche in calcare del birrificio di Tadcaster.
Colore schiuma avorio, naso più intenso del previsto, che preannuncia base maltata evidente.
Rimandi a cuoio.
In bocca il dolciastro dura molto poco, c'è un po' di spazio per l'amaro ma scorre via senza farsi corteggiare.
Semplice ed immediata, parla a gesti e si fa capire perfettamente.
La bocca resta piacevolmente rilassata senza stress gustativi. E' una birra fatta non per sorprendere ma per accontentare.
Personalmente apprezzo l'impronta sobria di luppoli inglesi in queste birre.
Non c'è solo malto al gusto, anche qualcosa di aromatico e persistente, che forse si riassume in un tono vicino all'alloro. Caramellosità accennata ed una nota quasi incensosa e sgrassante.
Sincerità e tradizione, 5% alc.
Per fare tris decido di aprire la Nut Brown Ale.
Dal colore ramo e riflessi mogano, la servo abbastanza fresca. Mi pervade una sensazione astringente, faccio quasi fatica con questo impatto metallico. Tornando a temperatura più alta, avverto nocciola e caramello in evidenza al naso ed in bocca, ma non appare affatto dolce. Una luppolatura scrupolosa maschera tutte le note più dolci e regala sensazioni più nocciolate e tostate.
Un sapore antico anche questo, quasi mandorlato. Secco il finale ed amaro sul palato.
A fine bottiglia è davvero tutta un'altra birra, se l'ho pensato tante volte non è mai stato più vero di questa.
Sempre 5%alc come le precedenti, e rimpiango di non aver avuto la felice idea di gustarmela con un succulento barbecue.
Queste sono le birre inglesi che dovremmo desiderare di conoscere. Tutto il resto lo porterà via il vento.
O la rete fognaria.
Cheers!
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