Visitare un birrificio è sempre un'esperienza importante per degli appassionati, al di là che si sappia o no come si produce birra artigianale.
L'aria che si respira è piena di gesti quotidiani che i birrai compiono per realizzare con le proprie mani e con le attrezzature in acciaio inox vere e proprie opere farina del loro sacco, un sacco maltato.
Tre giorni fa sono stato in visita dal Birrificio Decimoprimo a Trinitapoli (BT) in occasione di una domenica "porte aperte" per far conoscere meglio il birrificio ai curiosi.
Il birraio Michele Cognetti è stato ben lieto di accogliere anche il nostro gruppetto, ed è stata una buonissima occasione per renderci conto del suo modo di lavorare.
Impianto da 10 hl con due fermentatori da 20 hl pronti a ricevere in consegna le sue birre durante il processo. Tante idee per le prossime birre e tanto entusiasmo.
E' stato un ulteriore momento di riflessione sul ruolo dei birrifici nel panorama locale del mondo beverage e delle potenzialità che possiedono nelle loro mani.
Lo leggo anche in questo birrificio ma è anche un pensiero che mi sono imposto diverse volte io stesso e che condivido negli intenti: "I support my local brewery".
Il messaggio è abbastanza chiaro, l'invito è quello di sostenere i birrifici locali.
Questa campagna di sensibilizzazione è figlia della cultura birraria americana degli ultimi decenni di rinascita, ma non troverebbe nessuna difficoltà con la filosofia "slow" o "km0" tanto di moda in Italia.
Ma c'è dell'altro, a mio parere.
In USA questa espressione è un vero e proprio movimento, o meglio è il sotto-movimento Support Your Local Brewery che si colloca all'interno della Brewers Association. Si tratta letteralmente di "un movimento nazionale di appassionati, associazioni di professionisti e birrai dedicato a proteggere e promuovere gli interessi legislativi e normativi dei birrifici micro, indipendenti e tradizionali americani".
Ed ancora, "come "Attivista della birra per Support your local brewery" riceverai un avviso quando una questione legislativa nazionale minaccia i birrifici della tua comunità locale".
Qualcosa di simile in Italia forse la prova ad assolvere MoBI, con le iniziative passate di controllo dei prezzi, ma un vero supporto ed un osservatorio radicati sul territorio grazie a gruppi di "fanatici" volontari al momento non esiste.
Dunque, il tipo di supporto americano alla questione va già oltre il lato economico, dando per scontato che il consumo di birra "locale" stia alla base degli obiettivi del movimento. C'è da dire che in USA sono molto diffuse le "tap room", cioè locali attigui ai birrifici, che sono aperte nei loro stessi orari e che assicurano un certo consumo creando anche un certo attaccamento.
Da noi forse non è ancora così.
Consiglio su questo le ottime impressioni portate dal guru Stefano Ricci sul forum MoBI dopo un viaggio tra i birrifici californiani.
In fin dei conti, i vantaggi in termini pratici, di tifare per i birrifici locali sarebbero molteplici.
Come raccontato in un articolo su Beer Advocate, il consumo di birra locale ha l'effetto di mettere in circolazione più fonti per i birrifici del luogo, i quali avrebbero più modo di riversarli nel sistema economico locale favorendo, in un certo senso, l'ingrandimento e l'importanza nell'intera sfera economica locale.
Riporto qualche frase: "Applica questo ragionamento al consumo di birra, così sarà più probabile vedere una scena birraria prospera e la possibilità che un colosso nazionale possa fare qualche passo indietro. L'acquisto di birra locale promuove anche l'interesse verso la scena locale (su scala nazionale, ndr) sia per i consumatori che per i professionisti del settore (bar, ristoranti ecc...). E con questo, crescerebbe la possibilità di vedere in giro più birre locali alla spina o sugli scaffali.
Acquistare una birra di un grande marchio nazionale fa solo rafforzare il suo bacino di consumatori e sostenere le sue campagne pubblicitarie e potenzialmente toglierebbe posti lavoro nei birrifici locali, e questo non sarebbe un bene".
E allora cosa bisognerebbe fare per supportare la causa dei birrifici locali?
Come già detto dall'articolo citato, personalmente segnalo questi spunti:
- visitare i brewpub della zona, sedersi al bancone e conoscere le loro birre
- visitare l'impianto di un micro birrificio della zona e portare a casa degli assaggi
- comprare birra locale dai beershop, che avendone un veloce ciclo di vendita ne comprerebbero quantità maggiori dai birrifici stessi: non significa non comprare birra che non sia italiana o locale, ma solo di pensare prima di comprare qualcosa e di provare a inserire più birra locale nel consumo personale-preferire i pub con birre locali quando si esce per mangiare e bere per sperimentare anche abbinamenti e divulgazione tra i conoscenti
- partecipare ai festival birrari per promuovere le produzioni locali tra conoscenti
A questo elenco sacrosanto io aggiungerei solo un piccolo appunto.
Il consumo locale è fondamentale, le collaborazioni tra birrifici-pub-associazioni sono fondamentali per raggiungere questi obiettivi.
Alla base di questo, però, credo vada inserito il bisogno di avere un occhio critico a riguardo.
Il costo della birra e la qualità della stessa non possono passare in secondo piano solo ed esclusivamente perchè la birra è del posto.
Sicuramente ci saranno sempre prodotti di punta e prodotti meno compresi o meno riusciti, o anche birre con prezzi più alla portata di altre, ma credo i consumatori possano fare la differenza preferendo le migliori birre artigianali in zona e quelle che a parità di qualità risultano meno dispendiose.
Perchè è vero che bisogna supportare i protagonisti birrari della scena locale, ma è anche vero che non deve essere una scelta cieca da altri fattori, e sappiamo bene che la qualità è il principale ed il costo non può essere ignorato, pur non tirandoci indietro per pochi spiccioli in più e pur comprendendo le diverse situazioni economiche tra i micro e tra micro e industria. Qualità per me significa, per esempio, anche indicare correttamente lo stile di una birra, se non proprio dimostrare l'aderenza della birra allo stile preso di riferimento. Non tutti indicano stili in etichetta, limitandosi a descriverne il colore o il grado alcolico, quando va bene.
Da censimento microbirrifici.org, i birrifici pugliesi attualmente risultano ben 21 ad ottobre 2012, ma sappiamo tutti che quelli validi si possono contare con una sola mano. Per cui diventa fondamentale indirizzare i consumatori verso i birrifici più seri e meritevoli, concentrando su di essi consumi e considerazioni.
E allora...supportiamo i nostri birrifici, i birrifici pugliesi, che più e meglio offrono ai consumatori.
Questo è anche l'intento dell'associazione pugliese Luppulia, che tra i suoi obiettivi ha proprio una maggiore diffusione dei consumi locali consapevolmente.
Cheers!
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