Gent: Waterhuis aan de Bierkant e Dulle Griet

Se Bruxelles vale un viaggio, le Fiandre valgono una gita per lo meno.
Al terzo giorno di permanenza in Belgio prendiamo il treno e ci dirigiamo a Gent. Tutto programmato però, non è stato un colpo di testa o di noia.
Tutto studiato nella solita formula integrata itinerario artistico-beer hunting che mi ha dato tante soddisfazioni quasi ovunque. Un assioma che ho formulato è che ovunque c'è birra buona, c'è clima cattivo e diventa fondamentale ottimizzare i momenti di riparo dagli acquazzoni o dal freddo in luoghi che restituiscano calore, un calore più forte di quello solare magari.

E' con questo approccio che dopo essere sbarcati in città e nel centro (abbastanza distante dalla stazione se il percorso è affrontato a piedi) ed esserci goduti per qualche ora sole e cattedrali gotiche sui canali, ci fermiamo in tarda mattinata nel primo dei locali che avevo segnato sulla mappa.
E' il Waterhuis aan de Bierkant, locale che si affaccia su uno dei canali della città. Il locale forse era aperto da qualche ora e c'era già dentro qualcuno. Un bancone ad L e bello lungo già fa sentire a casa, con 10 vie per birre alla spina ed un sacco di bicchieri appesi. Il proprietario è anche giovane nonostante il luogo sembri volersi ancorare alla tradizione. Spiccano i riconoscimenti di ambasciatori ufficiali Orval da una decina di anni a questa parte.

Sfogliando le birre in bottiglia ma soprattutto quelle alla spina, mi faccio spillare prima di tutto una Duvel Tripel Hop. La birra ha vinto lo scorso ZBF 2012 nella classifica assoluta e rappresenta un'ottima innovazione della grande industria birraria belga (gruppo Duvel-Mortgaat, appunto) che più che contrastare l'onda luppolata, ci fa surf sopra mettendoci tutto quello che l'esperienza e la tecnica possono dare.
Ha un aroma davvero molto fresco, fruttato da lieviti ma anche dai luppolo USA Amarillo. Ha un amaro legatissimo alla vena maltata seppur asciutta di questa tripel, ed il tutto ne determina un equilibrio azzeccatissimo. Altra birra da segnalare tra tutte quelle del viaggio.

Andiamo su un'altra bionda, ma stavolta una più leggera blonde. Si tratta della omonima blonde Maneblusser del birrificio Het Anker (lo stesso della Gouden Carolus) e scopro in questo istante in cui scrivo che è stata descritta anche dal preparatissimo Alberto Laschi sul suo inbirrerya, uno dei pochi osservatori della scena belga profonda. Mi ha dato ottime sensazioni, un corpo poco pieno ma un aroma anche qui fruttato. Su una birra scarica avere una bevibilità così, sostenuta da caratteristiche appena maltate e molto rotonde, fa solo piacere. Altra grande birra anche questa, decisamente.

Per concludere torno alle spine per scegliere una birra più tipica delle Fiandre, ovvero la Bacchus del birrificio Van Honsebrouck. Si tratta di una birra rossa dal carattere acidulo ed acetico, classificabile come red flemish ale più che come oud bruin (come sembra comparire sul sito stesso). Tra questi due stili ci sono tante differenze, di cui parla Kuaska qui e Alberto Laschi qui, sintetizzabili dicendo che le prime sono appunto acetiche, le seconde più prettamente acide e lattiche. Una carbonazione molto piacevole ed un tocco acetico non troppo aggressivo fanno scorrere incredibilmente bene questa birra tra le fauci, con qualche tocco caramellato molto appagante ed alternativo.



A malincuore abbandoniamo questo posto che nel frattempo si era anche affolato e popolato da persone del luogo tra cui una simpatica coppia di anziani.
Prossima sosta è il Dulle Griet, situato in una grandissima piazza che brilla ancora del sole anche nel pomeriggio.
Qui facciamo due assaggi molto poco esaltanti, mentre il locale è davvero avvolgente e pienissimo di gente e di targhe birrarie appese dappertutto. Grande carta delle birre ma spesso piena di cose già viste o bevute.
Provo a prendere la Saison di Silly. Non lo avessi mai fatto. Forse la punta più bassa a livello qualitativo toccata in quei giorni. Brassata nella località di Silly, ma passando per l'inglese la definirei davvero "silly" nel senso di stupida. Color mogano, odore e gusto di malto tostato, tutta un'altra cosa rispetto ad una saison.
Senza offesa ma è sul livello di certe pessime produzioni italiane.

Cerco di consolarmi con la bionda della casa, la Dulle Griet Blond brassata ancora dalla Brouwerij Huyghe, colei che brassa anche le birre per il Delirium e la stessa della Blanche de Neige assaggiata sempre al Delirium Cafè. Assolutamente niente di che, anzi probabilmente sotto il nome blond si nasconde una lager, a bassa fermentazione, quindi è proprio un'altra birra che volevo. Al di là di tutto, come lager, è decisamente mediocre. Pazienza, in questo posto molto bello purtroppo non ci restiamo molto.

Ci rechiamo in altri due luoghi che avremmo voluto visitare per bene.
Il primo è il Trappistenhuis, che troviamo chiuso. D'altra parte è il 1 Novembre, qualcuno avrà pure voluto riposarsi. Peccato aver letto nel beer book esposto in vetrina anche bottiglie di Fantome...un gran peccato questa porta chiusa!

Chiuso anche un altro bel posto che sembra interessante già da fuori. Si chiama Trollekelder e dalle finestrelle sembra davvero carino anche se qui non sappiamo che birre avesse potuto avere.

C'era in programma un'incursione al birrificio cittadino Gruut, ma complice il maltempo e l'ora ormai tarda non ci abbiamo neanche provato, anche perchè non mi esaltava neanche più di tanto l'idea dopo aver assaggiato qualche loro birra.

La scena di Gent è senz'altro più povera di quella della capitale, ma sicuramente si riesce a trovare qualche birra più interessante e pacata rispetto alla spudorata immensità di offerta di Bruxelles, con pro e contro ovviamente, ma almeno la quiete e la possibilità di godersi una birra in pace non mancano a Gent.
E così mestamente torniamo in treno a Bruxelles. Visitare la città è stato come entrare gratis un bel museo dell'architettura gotica a cielo aperto.


Cheers!

Commenti

  1. Non mi stupisce che le birre di Huyghe, famoso per la Delirium Tremens, si siano rivelate delle ciofeche. Basta fare una visita al sito del birrificio per rendersi immediatamente conto del bassissimo livello qualitativo toccato da certe sue produzioni!

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    1. Beh sì, almeno per quello che si può immaginare e quello che ho potuto bere, niente di eccezionale.

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