Da quando ne sono venuto a conoscenza, l'esperienza mi ha sempre affascinato. Fin da quando dei temerari sul forum MoBI (link ad alcuni report) e poi sul forum Il barbiere della birra hanno raccontato di quanto sia stimolante e sorprendente bere birra senza quel castello di informazioni come stili, produttori e sua nazionalità, caratteristiche che fanno da pilastro per la scelta del buon appassionato.
Insomma, la degustazione alla cieca è un gioco dove si sa si uscirà perdenti, ma che non per questo non merita di essere affrontato.
Poche le regole: bottiglie incartate dalla testa ai piedi, numerate, servite in ordine sparso e descritte alla meglio su un'apposita scheda, dove si può anche tentare l'impresa di sparare stili, grado alcolico ed addirittura birra o birrificio.
Per ampliare il discorso prendo spunto dal post di un blog inglese che seguo di tanto in tanto, Boak & Bailey's Beer Blog, molto didascalico ma anche molto pratico negli spunti. Il post porta il titolo "The enjoyability of beer vs. expectation": gli autori si trovano a giudicare sorprendentemente buona (anzi, bevibile) una birra di cui non sospettavano.
Ed allora, via con le pippe anche in terra d'Albione, con tanto di elenco di reazioni possibili che possono venire fuori da un'esperienza di blind tasting:
Instantly in top ten
Delightful
Enjoyable
Drinkable
“Meh”
Unpleasant
Un-drinkable
Disgusting
Se si ottengono risultati inattesi da degustazioni di questo tipo è merito dell'altisonante hype, o per dirlo meglio, dall'alone di intoccabilità, di attese e di chiacchiericcio positivo ex ante di cui si circonda, volutamente o no, una birra o un birrificio.
Ed allora...quale occasione migliore per misurarsi in gruppo, con una piccola dose di coraggio, insensatezza e voglia di dividere insieme gioie e dolori?
Domani ci sarà da divertirsi: 16 birre per 8 partecipanti, ospitati dall'oste Donato de La Cantina della Birra.
Mettersi in discussione sempre e comunque, circondandosi da chi ha l'umiltà di farlo, altrimenti si è semplicemente prigionieri dei propri istintivi schemi e simpatie.
Seguirà report sulle birre e sull'esperienza.
Cheers!
Insomma, la degustazione alla cieca è un gioco dove si sa si uscirà perdenti, ma che non per questo non merita di essere affrontato.
Poche le regole: bottiglie incartate dalla testa ai piedi, numerate, servite in ordine sparso e descritte alla meglio su un'apposita scheda, dove si può anche tentare l'impresa di sparare stili, grado alcolico ed addirittura birra o birrificio.
Per ampliare il discorso prendo spunto dal post di un blog inglese che seguo di tanto in tanto, Boak & Bailey's Beer Blog, molto didascalico ma anche molto pratico negli spunti. Il post porta il titolo "The enjoyability of beer vs. expectation": gli autori si trovano a giudicare sorprendentemente buona (anzi, bevibile) una birra di cui non sospettavano.
Ed allora, via con le pippe anche in terra d'Albione, con tanto di elenco di reazioni possibili che possono venire fuori da un'esperienza di blind tasting:
Instantly in top ten
Delightful
Enjoyable
Drinkable
“Meh”
Unpleasant
Un-drinkable
Disgusting
Se si ottengono risultati inattesi da degustazioni di questo tipo è merito dell'altisonante hype, o per dirlo meglio, dall'alone di intoccabilità, di attese e di chiacchiericcio positivo ex ante di cui si circonda, volutamente o no, una birra o un birrificio.
Ed allora...quale occasione migliore per misurarsi in gruppo, con una piccola dose di coraggio, insensatezza e voglia di dividere insieme gioie e dolori?
Domani ci sarà da divertirsi: 16 birre per 8 partecipanti, ospitati dall'oste Donato de La Cantina della Birra.
Mettersi in discussione sempre e comunque, circondandosi da chi ha l'umiltà di farlo, altrimenti si è semplicemente prigionieri dei propri istintivi schemi e simpatie.
Seguirà report sulle birre e sull'esperienza.
Cheers!
Commenti
Posta un commento
Commenta