Quello che sembrava un semplice evento di gala si è rivelato essere una serata ricca di spunti e di assaggi.
La tappa pugliese del Brusselles Beer Challenge, giunto nel 2014 alla sua terza edizione (non è un concorso storico come erroneamente riferito al popolo bue), ha visto una valanga di premi per i birrifici pugliesi partecipanti. In via eccezionale, quindi, nella persona della responsabile Karin Meriot, sono stati consegnati "a mano" i premi direttamente ai birrai qui in Puglia, a Bari, presso l'Hotel Oriente.
Prima di fare delle considerazioni parliamo del banco assaggi, dove in moltissimi erano presenti con alcune produzioni in bottiglia. Come sempre ho cercato di assaggiare qualcosa di nuovo che non avevo ancora intercettato in giro, indipendentemente dalle medaglie che al concorso hanno ottenuto: il concorso è un'occasione secca, quando la birra è davvero buona lo puoi notare in qualsiasi altro momento.
Ho trovato decisamente buono il livello delle birre di Birrificio Svevo, di cui ho apprezzato molto la Germana, pulita nei malti e nelle lievi note mielate e decisa nel finale un filo amaro. È una soddisfazione notare i continui miglioramenti dello storico birrificio barese che con il tempo ed il recente ampliamento impiantistico ha ripreso la strada di un tempo: i risultati si notano anche sul resto della linea produttiva.
Interessante e garbata anche l'interpretazione che la beer firm Valle D'Itria ha dato con la sua Jonia alle birre della famiglia delle "speciality": birra con cannella e scorza d'arancia, quest'ultima appena percettibile nella facile ed appagante trama maltata.
La birra della serata arriva quando meno te l'aspetti: la nuovissima Vainell di Opus Grain, beer firm foggiana che produce presso il birrificio Decimoprimo, presenta come ingrediente extra la carruba. Il nome è, come direbbero gli inglesi, un "false friend": la vaniglia non c'entra nulla, è il nome che in dialetto foggiano sta per carruba. Sapere di questo ingrediente in una birra chiara pone delle delle domande, che subito si dissolvono appena provi ad avvertire qualcosa. Saison davvero inquadrata, con una rusticità nettissima, accenni agrumati ed un aroma dolciastro e scaltro che solo la carruba sa dare, per poi scivolare in un corpo non banale ed in una secchezza azzeccatissima. Prova non indifferente di polso, davvero ottima!
Niente male anche la San Nicola Classic, birra della beer firm Barbarossa ispirata alle bohemian pils: carattere mielato pulito, secco, veloce, con un filo di Tettnanger in dry hopping a contornare le sensazioni floreali al naso. Ben fatta, nulla da dire.
Di Birrificio Atamurano mi mancava la Federiciana, ispirata alle IPA: lo stile qui è un punto di partenza, ma si viaggia più sul binario italico che spesso vede forti presenze di malti caramellati. Al naso è sicuramente in scia con questa scuola, con frutta matura e sensazioni resinose. La piacevolezza non ne viene comunque intaccata per cui la birra è senza dubbio facile da bere.
Ultima birra appuntatami è la Gioconda della beer firm Beer Oz, ispirata alle APA e realizzata con luppolo Amarillo in single hop: è lui il protagonista, con fragranti note fruttate ed erbacee, un profilo agrumato ammaliante che si stende su una base comoda di malti che lo esalta. Leggero tocco acidulo, ruffianaggine, irriverenza: difficile non farsi prendere.
Fin qui le birre. L'aspetto più importante di tutto il resto.
Si potrebbe poi fare un discorso parallelo su quello che in sede di presentazione si è detto, che in me ha suscitato sia consensi che dubbi.
Istituzioni e rappresentanza politica invitata ad intervenire e che elogiano i riflettori puntati sul fenomeno del momento in quanto tali, che trasudano un cieco campanilismo regionale ed una spavalda sicurezza della propria territorialità non so se vanno nella giusta direzione.
Parlare di territorio e birra mi fa sempre rabbrividire, parlare ai giornalisti tirando in causa la filiera produttiva (come se parlassimo di vigne, cantine, oliveti e frantoi) ha sempre meno senso in un settore dove la differenza la fanno i luppoli di altri continenti, per dirne una.
Visione d'insieme, orizzonti nazionali nei numeri e nei consumi più che nell'esposizione mediatica tramite concorsi, regole produttive e standard qualitativi da garantire ai consumatori (per davvero, non solo come slogan): questo vorrei sentire.
Lungi da me dare addosso a coloro che hanno contribuito e si sono spesi per l'evento, che hanno intercesso tra organizzazioni, mondo politico e mondo dell'informazione. Non è questo l'obiettivo di queste mie righe, chi si è dato da fare per raccogliere tutta la gente accorsa va applaudito.
Però siamo proprio sicuri sia l'endorsement politico ed alto-borghese il giusto interlocutore?
Probabilmente la platea di giornalisti ed addetti vari non era il contesto migliore per parlare di birra in termini più tecnici, ma poi non lamentiamoci quando leggiamo articoli con tante inesattezze sulle testate locali e nazionali.
I migliori birrai ed il loro seguito di birrerie indipendenti di fiducia e di smaliziati appassionati meriterebbero di non ascoltare ragionamenti di circostanza a mezzo stampa.
Ricordiamoci che sono innanzitutto i consumi ed il consenso popolare e dei consumatori più esigenti ed attenti, la partita che si svolge tutti gli altri giorni dell'anno, il vero punto focale della questione.
Ad ogni modo la qualità media si è alzata di livello: onore al merito dei birrifici medagliati.
Occhio però: questo non può e non deve portarci a dire che la tale birra è pugliese e quindi è buona. Si sente dire spesso, finiamola di fare di tutta l'erba un fascio e di dire banalità: si diventa poco credibili anche fuori dai confini.
Sosteniamo la birra pugliese buona.
Con i fatti e con obiettività.
Cheers!
La tappa pugliese del Brusselles Beer Challenge, giunto nel 2014 alla sua terza edizione (non è un concorso storico come erroneamente riferito al popolo bue), ha visto una valanga di premi per i birrifici pugliesi partecipanti. In via eccezionale, quindi, nella persona della responsabile Karin Meriot, sono stati consegnati "a mano" i premi direttamente ai birrai qui in Puglia, a Bari, presso l'Hotel Oriente.
Prima di fare delle considerazioni parliamo del banco assaggi, dove in moltissimi erano presenti con alcune produzioni in bottiglia. Come sempre ho cercato di assaggiare qualcosa di nuovo che non avevo ancora intercettato in giro, indipendentemente dalle medaglie che al concorso hanno ottenuto: il concorso è un'occasione secca, quando la birra è davvero buona lo puoi notare in qualsiasi altro momento.
Ho trovato decisamente buono il livello delle birre di Birrificio Svevo, di cui ho apprezzato molto la Germana, pulita nei malti e nelle lievi note mielate e decisa nel finale un filo amaro. È una soddisfazione notare i continui miglioramenti dello storico birrificio barese che con il tempo ed il recente ampliamento impiantistico ha ripreso la strada di un tempo: i risultati si notano anche sul resto della linea produttiva.
Interessante e garbata anche l'interpretazione che la beer firm Valle D'Itria ha dato con la sua Jonia alle birre della famiglia delle "speciality": birra con cannella e scorza d'arancia, quest'ultima appena percettibile nella facile ed appagante trama maltata.
La birra della serata arriva quando meno te l'aspetti: la nuovissima Vainell di Opus Grain, beer firm foggiana che produce presso il birrificio Decimoprimo, presenta come ingrediente extra la carruba. Il nome è, come direbbero gli inglesi, un "false friend": la vaniglia non c'entra nulla, è il nome che in dialetto foggiano sta per carruba. Sapere di questo ingrediente in una birra chiara pone delle delle domande, che subito si dissolvono appena provi ad avvertire qualcosa. Saison davvero inquadrata, con una rusticità nettissima, accenni agrumati ed un aroma dolciastro e scaltro che solo la carruba sa dare, per poi scivolare in un corpo non banale ed in una secchezza azzeccatissima. Prova non indifferente di polso, davvero ottima!
Niente male anche la San Nicola Classic, birra della beer firm Barbarossa ispirata alle bohemian pils: carattere mielato pulito, secco, veloce, con un filo di Tettnanger in dry hopping a contornare le sensazioni floreali al naso. Ben fatta, nulla da dire.
Di Birrificio Atamurano mi mancava la Federiciana, ispirata alle IPA: lo stile qui è un punto di partenza, ma si viaggia più sul binario italico che spesso vede forti presenze di malti caramellati. Al naso è sicuramente in scia con questa scuola, con frutta matura e sensazioni resinose. La piacevolezza non ne viene comunque intaccata per cui la birra è senza dubbio facile da bere.
Ultima birra appuntatami è la Gioconda della beer firm Beer Oz, ispirata alle APA e realizzata con luppolo Amarillo in single hop: è lui il protagonista, con fragranti note fruttate ed erbacee, un profilo agrumato ammaliante che si stende su una base comoda di malti che lo esalta. Leggero tocco acidulo, ruffianaggine, irriverenza: difficile non farsi prendere.
Fin qui le birre. L'aspetto più importante di tutto il resto.
Si potrebbe poi fare un discorso parallelo su quello che in sede di presentazione si è detto, che in me ha suscitato sia consensi che dubbi.
Istituzioni e rappresentanza politica invitata ad intervenire e che elogiano i riflettori puntati sul fenomeno del momento in quanto tali, che trasudano un cieco campanilismo regionale ed una spavalda sicurezza della propria territorialità non so se vanno nella giusta direzione.
Parlare di territorio e birra mi fa sempre rabbrividire, parlare ai giornalisti tirando in causa la filiera produttiva (come se parlassimo di vigne, cantine, oliveti e frantoi) ha sempre meno senso in un settore dove la differenza la fanno i luppoli di altri continenti, per dirne una.
Visione d'insieme, orizzonti nazionali nei numeri e nei consumi più che nell'esposizione mediatica tramite concorsi, regole produttive e standard qualitativi da garantire ai consumatori (per davvero, non solo come slogan): questo vorrei sentire.
Lungi da me dare addosso a coloro che hanno contribuito e si sono spesi per l'evento, che hanno intercesso tra organizzazioni, mondo politico e mondo dell'informazione. Non è questo l'obiettivo di queste mie righe, chi si è dato da fare per raccogliere tutta la gente accorsa va applaudito.
Però siamo proprio sicuri sia l'endorsement politico ed alto-borghese il giusto interlocutore?
I migliori birrai ed il loro seguito di birrerie indipendenti di fiducia e di smaliziati appassionati meriterebbero di non ascoltare ragionamenti di circostanza a mezzo stampa.
Ricordiamoci che sono innanzitutto i consumi ed il consenso popolare e dei consumatori più esigenti ed attenti, la partita che si svolge tutti gli altri giorni dell'anno, il vero punto focale della questione.
Ad ogni modo la qualità media si è alzata di livello: onore al merito dei birrifici medagliati.
Occhio però: questo non può e non deve portarci a dire che la tale birra è pugliese e quindi è buona. Si sente dire spesso, finiamola di fare di tutta l'erba un fascio e di dire banalità: si diventa poco credibili anche fuori dai confini.
Sosteniamo la birra pugliese buona.
Con i fatti e con obiettività.
Cheers!
Tutte le birre citate da Angelo Ruggiero sono disponibili presso il San Nicola BeerShop in Strada San Luca 22 nel Borgo Antico di Bari nei pressi della Basilica di San Nicola, dalle storiche birre del Birrificio Birra Artigianale Svevo alle birre del Birrificio Valle D'Itria (BARLEY BREWPUB), passando da Opus Grain e Beer-Oz Il Mago della Birra per arrivare alla Birra San Nicola del Birrificio Barbarossa fanpage. Non perdetevele ;)
RispondiEliminaCaro Angelo,
RispondiEliminasono pienamente daccordo con te in quanto faccio molta fatica (direi mi irrita) sentir parlare di territorio e territorialità per le birre pugliesi.
Se il malto viene dall'Inghilterra, Germania, Belgio ecc. Il luppolo viene da Repubblica ceca, Inghilterra, Germania, America ecc. Se il lievito viene da tutto il mondo, cosa c'è di pugliese in tutto il resto ?
Sicuramente l'acqua, ma non credo basti a caratterizzare un prodotto.
Non so poi chi bevendo alla cieca una birra dei birrai pugliesi potrebbe davvero dire:
questa è di Donato o questa è di Vito o questa è di Michele ecc.....!!
Guglielmo Rainaldi