Storia e mito intrecciati. Fama, rarità, caccia all'esemplare introvabile.
Le sfaccettature grottesche del nome di questa birra sono le più disparate e non sempre facilmente interpretabili.
Certo è che questa birra nata per commemorare il letterato inglese ha finito per superare - e di molto - la stessa magia delle sue parole, rimpiazzata da quella del piacere, del gusto, della cultura inglese tout court.
Possiamo vederlo come il primo rating di questa birra? Il processo è esattamente contrario: qui sono le parole che ne hanno ispirato l'ideazione.
I fatti stanno così: intorno all'antico birrificio Elridge Pope di Dorchester l'amicizia legava la famiglia dei birrai allo scrittore, che tanto amava le strong ale del posto da descriverne una con quelle parole.
Per farla breve: Hardy muore nel 1928 e nel 1968 i discendenti del birrificio brassano questa birra commemorativa.
Dopo quella che oggi chiameremmo "one shot", il birrificio cominciò una produzione più massiva dal 1974 al 1999, quando il birrificio stesso non solo sospese la produzione ma chiuse proprio i battenti.
La seconda tornata arriva quando i diritti di produzione vengono acquistati dal birrificio inglese O'Hanlon's, che la riproduce solo dal 2003 al 2008. Anche qui i problemi sono legati ai lunghi tempi di maturazione, ai costi delle materie prime, ad un costo impazzito fuori dal birrificio ma che paradossalmente non ripaga direttamente chi la produce bensì la filiera di chi ne rilascia annate e ne gestisce le oscillazioni di prezzo verso l'alto. Nel 2009 ne bevvi una durante un corso di degustazione, e mi fu detto di stare in campana qualora ne trovassi un giorno, perchè la sua produzione cessò proprio l'anno precedente.
Quel momento ieri è arrivato, e si ricompone in un curioso gioco di numeri e date.
1928 morte di Thomas Hardy
1968 prima produzione (Elridge Pope)
2008 ultima produzione (O'Hanlon's)
Due precisi intervalli di 40 anni da consacrare proprio con una bottiglia del 2008, che anche in etichetta a sua volta consacra quei 40 anni di anniversario dalla prima produzione. Data confermata dalla lettera T in etichetta, di cui ignoravo questa corrispondenza.
Poetica a parte, è noto il ritorno in produzione della Thomas Hardy's ad opera del gruppo Interbrau.
Chissà se e quando questa saga ripartirà.
Per ora, e finchè ce ne saranno ancora in giro, è un'esperienza da fare a tutti i costi.
Cheers!
Le sfaccettature grottesche del nome di questa birra sono le più disparate e non sempre facilmente interpretabili.
Certo è che questa birra nata per commemorare il letterato inglese ha finito per superare - e di molto - la stessa magia delle sue parole, rimpiazzata da quella del piacere, del gusto, della cultura inglese tout court.
It was of the most beautiful colour that the eye of an artist in beer could desire; full in body, yet brisk as a volcano; piquant, yet without a twang; luminous as an autumn sunset; free from streakiness of taste, but, finally, rather heady."
Thomas Hardy, The Trumpet Major, 1880
Possiamo vederlo come il primo rating di questa birra? Il processo è esattamente contrario: qui sono le parole che ne hanno ispirato l'ideazione.
I fatti stanno così: intorno all'antico birrificio Elridge Pope di Dorchester l'amicizia legava la famiglia dei birrai allo scrittore, che tanto amava le strong ale del posto da descriverne una con quelle parole.
Per farla breve: Hardy muore nel 1928 e nel 1968 i discendenti del birrificio brassano questa birra commemorativa.
Dopo quella che oggi chiameremmo "one shot", il birrificio cominciò una produzione più massiva dal 1974 al 1999, quando il birrificio stesso non solo sospese la produzione ma chiuse proprio i battenti.
La seconda tornata arriva quando i diritti di produzione vengono acquistati dal birrificio inglese O'Hanlon's, che la riproduce solo dal 2003 al 2008. Anche qui i problemi sono legati ai lunghi tempi di maturazione, ai costi delle materie prime, ad un costo impazzito fuori dal birrificio ma che paradossalmente non ripaga direttamente chi la produce bensì la filiera di chi ne rilascia annate e ne gestisce le oscillazioni di prezzo verso l'alto. Nel 2009 ne bevvi una durante un corso di degustazione, e mi fu detto di stare in campana qualora ne trovassi un giorno, perchè la sua produzione cessò proprio l'anno precedente.
Quel momento ieri è arrivato, e si ricompone in un curioso gioco di numeri e date.
1928 morte di Thomas Hardy
1968 prima produzione (Elridge Pope)
2008 ultima produzione (O'Hanlon's)
Due precisi intervalli di 40 anni da consacrare proprio con una bottiglia del 2008, che anche in etichetta a sua volta consacra quei 40 anni di anniversario dalla prima produzione. Data confermata dalla lettera T in etichetta, di cui ignoravo questa corrispondenza.
Veniamo alla birra, la cui premessa storica non potevo omettere come se nulla fosse, come se stessi bevendo una birra come tante. Non è possibile.
Stappata con un pathos degno delle migliori profanazioni di sarcofagi egizi.
Consistenza quasi oleosa che fatica a staccarsi dal labbro della bottiglia: birra che cade in bicchiere senza la minima schiuma nè bolla, in una graziosa e silenziosa danza vellutata.
Colore ambra scura con riflessi mogano poco lucenti.
In un bel bicchiere panciuto comincia a spanderne gli aromi dopo circa sei anni di bottiglia.
Nette cominciano a susseguirsi ciliegia sotto spirito e caramello mou, che col tempo e l'etilico lasciano spazio ad altri attori aromatici quali datteri ed uvetta.
In bocca comincia tanto caramellosa, con un'impressione vinosa ma è ancora la ciliegia matura sotto spirito a comparire ed impreziosire le sensazioni. La parte dolce di mou vira anche rapidamente evitando stucchevolezza e ridondanza, per andare a morire su un finale con lieve pizzicore, un flash di caldo etilico ed un chirurgico colpetto amaro, che persiste e si spande per tutto il palato.
Birra da sorseggiare con calma, da far scaldare anche e da contemplare. Persino il bicchiere vuoto continua ad esaltarne le sensazioni spiritose nel corso del tempo, come canto del cigno di un bicchiere svuotato e di una birra dimenticata.
Poetica a parte, è noto il ritorno in produzione della Thomas Hardy's ad opera del gruppo Interbrau.
Chissà se e quando questa saga ripartirà.
Per ora, e finchè ce ne saranno ancora in giro, è un'esperienza da fare a tutti i costi.
Cheers!
Complimenti per il post! Breve, ma ricco di spunti interessanti.
RispondiEliminaConcordo pienamente con le tue impressioni degustative ;)